Quando si grida “Al lupo! Al lupo!” troppo presto…
Il 7 agosto 2018, sul Giornale di Monza, è apparso un articolo, che ha scatenato un bel putiferio mediatico, dal titolo “Paziente lasciato per tutta la notte nel suo vomito. Stavo malissimo e nessuno mi ha aiutato”. Stendendo un velo pietoso su come, in tempo zero, alcune associazioni hanno voluto saltare sul carro dei paladini, difensori dell’infermiere al solo scopo di farsi pubblicità e magari reclutare tra le proprie fila lo stesso malcapitato, è nostra intenzione porre l’accento su un altro punto della questione.
Si, perché in realtà non è successo niente, o meglio: è successo quello che succede quotidianamente nelle nostre corsie, con scarso personale e carichi di lavoro indecenti. Normale amministrazione, direbbe qualcuno, ma nessun procedimento disciplinare, nessun richiamo, niente di niente verso il povero collega. E nemmeno, come si scrive erroneamente sui social, qualcuno ha preteso che l’infermiere pulisse con la ramazza gli altrui rigurgiti gastrici. In azienda esiste una procedura che permette di attivare, a seconda delle necessità, l’impresa di pulizia o il personale di supporto; semplicemente il collega ha ritenuto opportuno differire le attività di pulizia per non disturbare gli altri pazienti, tamponando temporaneamente con alcuni telini puliti.